Qual di Tana (1388 m)

Raggiunto telefonicamente il Sig. Agostino Pielli di Cavasso Nuovo mi racconta:

La mia famiglia è originaria di Cerva in Canal di Cuna. Abbiamo una storia curiosa che ci tramandiamo oralmente da generazioni. Il mio avo Giacomo fu assunto dal Provveditore dei boschi di Venezia come guida e accompagnatore. Venezia a quel tempo aveva bisogno dei faggi per le sue fondamenta e le sue navi. Furono anni buoni per la mia famiglia e per tutta la valle; si lavorò per il taglio del legname e il suo trasporto a valle. In Canal di Cuna si specializzarono nella costruzione delle lisse per far scendere a valle i tronchi, tanto che poi i cjanaglins per la loro esperienza e capacità, furono richiesti nei boschi di mezza Europa. Si facevano anche le stue che erano delle dighe che bloccavano il fluire dei torrenti, li spegnevano, come dicono i veneziani li stuavano; poi l'acqua del bacino a monte veniva rilasciata e i tronchi preparati nell'alveo con la piena improvvisa venivano portati a valle.

Il mio avo Giacomo girava per i sentieri e i boschi con il Provveditore per segnare gli alberi da tagliare. Avevano fatto amicizia e un giorno che si erano fermati a mangiare un boccone sopra un promontorio dalle parti di Forcja Bassa - con una bella vista sulla valle Giaveada - il Provveditore confidò a Giacomo che la sua famiglia proveniva da Tana, una città delle lontane Russie, che un tempo era dominio veneziano, situata alla foce del fiume Don.

Da quella volta Giacomo prese a chiamare quel promontorio il Qual di Tana. Il nome fu presto imparato in tutta la valle, ma anche storpiato in Qual da la Tana supponendo che in tal luogo vi fosse il ricovero di un animale, forse dell'orso. La gente chiedeva a Giacomo dove fosse questa tana e lui rispondeva sornione: in ta li Russis, intendendo nelle Russie, ma ben sapeva che li russis in dialetto dei carnici erano gli alač, cioè i pini mughi. Così molte persone nel tempo - e forse ancora adesso - hanno cercato la fantomatica tana in mezzo alle intricate macchie di pino mugo nei pressi della Forcja Bassa!

Sulla destra spicca il M. Oselâr; in centro foto la piccola macchia bianca è la stalla Gardelìn

Nel libro di Gino Lorenzini Canal di Cuna stralci di storia e ricordi, viene menzionata come via d'accesso e di collegamento con la Carnia il sentiero che da Savoieit per il M. Oselâr e la Forcja Bassa porta in Teglara e quindi a Preone. Addirittura di qui passavano con le vacche quando le conducevano alle malghe della Carnia. La strategia di portare le vacche all'alpeggio era indispensabile per conservare gli sfalci estivi per l'inverno; questo ci dice che ad un certo punto si era giunti a una saturazione ecologica degli spazi per l'allevamento e di conseguenza non poteva più esserci una espansione demografica in Canal di Cuna.

Stalla del Gardelìn

Il sentiero Savoieit - Forcja Bassa è stata dunque la nostra priorità esplorativa, per il ritorno si era programmato di scendere in Giaveada, fare il Passo Zudibigna e per case Permiedia e San Vincenzo (Pascalòn) rientrare in F. Zuvièl.

Stalle Savoieit verso il M. Raut

Dal M. Oselâr: in primo piano il M. Pura; sullo sfondo si riconoscono il Verzegnis, il M. Piombada (con dietro l'Amariana)e il M. Bottai

Dal M. Oselâr: a sinistra il crestone del M. Sciara e in secondo piano la dorsale del M. Cengla; sullo sfondo al centro M. Frascola innevato e M. Roppa Buffon; a sinistra del Frascola il M. Dosaip

Lasciamo il M. Oselâr (sulla sinistra) e prendiamo l'ancora evidente traccia che porta in Forcja Bassa tramite il Qual di Tana

A sinistra lo sperone denominato Qual di Tana

Nella parte finale il sentiero ha caratteristiche di cengia

Cuesta Spioleit con a sinistra il M. Pura; evidenti i costoni che il sentiero doppia nell'ultima parte prima di Forcja Bassa; l'occhio attento può riconoscervi il Qual di Tana.

Le carte Tabacco e CTNR sono imprecise circa l'attacco del sentiero che da Forcja Bassa scende a stalla Lorenzini (o Giaveada); solo il possesso di capacità superiori alla media, grande intuito e conoscenza della montagna, ci ha permesso di reperirlo e percorrerlo. Da notare che Faustone, qualche anno fa, è sceso direttamente per il canalone che origina in Forcja Bassa (vedi)

Case Val Permiedia

Ruderi a Pascalòn

Note: il sentiero Savoieit-Qual di Tana-Forcja Bassa può essere una alternativa al CAI 830 per raggiungere Teglara rientrando poi per detto sentiero in F. Zuviel, compiendo un bel anello; giro da non tentare in senso inverso se non lo si conosce più che bene in quanto la traccia per Qual di Tana non è facilmente individuabile da Forcja Bassa. In Forcja Bassa sono presenti segnavia bianco-rossi che evidenziano il percorso fino in Teglara; questi segnavia proseguono in cresta verso Est fino in F. Strapoleit e probabilmente scendono poi a Pozzis per la Busa di Drea.