Monte Raut per il canalone del Rio de Raudelin

Il versante Ovest del monte Raut termina a Nord contro le pareti giallastre del Randelino e resta diviso da questo da un canalone da cui origina il Rio de Raudelin che più in basso diviene torrente Susaibes. Il canalone si è impostato su di una faglia non più attiva chiamata dai geologi "paleofaglia del Randelino" che ha messo in comunicazione due tipi litologici di ere differenti: la dolomia principale del Randelino sovrascorsa ai calcari grigio bitumosi, più antichi, del Raut. Nettissimo si rivela il punto di frizione tra i due strati salendo lungo il canalone. La parte alta del canalone è ben visibile dall'uscita di Andreis della statale della Valcellina e appare come una ripida rampa ghiaiosa intervallata da due salti rocciosi.

Dalla frazione di Andreis Sott'Anzas si intraprende il "sentiero naturalistico del monte Cjavac" (fontana) e scesi al torrente Susaibes lo si risale guadandolo prima di una briglia e ripassando nuovamente in destra orografica al di sopra dell'opera idraulica. Si percorre una interessantissima zona con suggestive formazioni rocciose e si raggiunge la sorgente "Aga del muscle". Si prosegue ancora sul sentiero naturalistico, ora in salita, calcando la forcella "davour Cjavac" e poco dopo il punto più alto del percorso naturalistico (località "le Pitte"; resti di panchine; bivio evidente: il sentiero naturalistico scende in direzione Sud-Ovest). Abbandonato il sentiero del monte Ciavac si va a destra in salita su comoda traccia segnalata da bolli rossi. Raggiunta una forcellina e traversato un ghiaione sotto le pareti della Pala delle Pitte si scende ad un torrente con cascata (poco prima della cascata una piccola sorgente: ultima possibilità di rifornimento). Si prosegue ancora sulla traccia segnalata incontrando un grosso ometto (regolarmente abbattuto dai locali) che segnala il bivio col sentiero "spigal" che conduce all'Antro del Castello e/o alla cengia dei garibaldini. Ancora lungamente seguendo i segnavia rossi con numerosi saliscendi traversando tutto il versante meridionale del monte Castello per entrare infine nel canalone terminale del Rio de Raudelin (fin qui ore 2,30). Si va ancora lungo il sentiero a risalire il canalone, prima sulla sponda destra orografica e poi tra i massi dell'alveo; poi il sentiero attraversa il canalone e comincia a salire con numerosi tornanti un pendio ghiaioso parallelo al canalone: qui abbandonare il sentiero e salire direttamente il canalone.

Ingresso nel canalone: si nota la ripida pala erbosa di uscita dell'itinerario qui descritto (foto di Franco Protani, per gentile concessione).

Il sentiero segnalato si dirige in vetta al Raut ed è stato realizzato qualche anno fa da soci del CAI Pordenone (Zerbinatti padre e figli). Che senso ha, potresti chiedere, salire il canalone se c'è un comodo sentiero che va su a destra? Risposta: sono due itinerari profondamente diversi. Il Zerbinatti è un percorso escursionistico anche bello e non difficile. L'itinerario descritto qui di seguito è invece una via di "greppo" con caratteristiche nettamente diverse (vedi la voce Greppo).

Si arriva quasi subito sotto il primo salto roccioso che si supera per una placca inclinata ascendente da sinistra a destra e sopra a questa c'è un breve passaggio da tirare di forza (III°). Segue un lungo facile tratto su ripide ghiaie mobili. Arrivati sotto il secondo salto (salibile ma con attrezzatura alpinistica) si esce dal canalone sulla destra arrampicando sul ripidissimo pendio erboso tra ginestre e rododendri. Ci si tiene un po' paralleli al canalone e poi leggermente verso destra si punta alla ormai vicina cresta percorrendo l'espostissima parete erbosa soprastante (II° su erba: emozionante!).

Si vede bene il taglio netto del primo salto; ancora in bella vista la pala erbosa di uscita (foto di Franco Protani, per gentile concessione).

La cresta Nord del Raut è stracarica di mughi fino ad un gradino roccioso. si supera la vegetazione tenendosi sotto la cresta in versante ovest (esposto e ripido; non avventurarsi tra la vegetazione pena lo sfinimento per lotta impari!). Superato il facile gradino roccioso in breve per cresta aperta si raggiunge la vetta.

Ideale abbinare a questa salita la discesa lungo la "via dei cacciatori di Andreis".

Dislivello 1600 m; ore 6; difficoltà come da relazione.

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