Lis Palis di Maglina

La prima volta ne sentii parlare da un collega di lavoro di Frisanco che diceva essere il più bel percorso di caccia in assoluto: quando me ne parlava aveva gli occhi che guardavano un orrizzonte a me precluso, perso in ricordi che aveva dentro e che affiorando gli davano ancora emozioni. Poi le ho viste, Lis Palis di Maglina, e decisi, son passati molti anni da allora, di percorrerle prima o poi.

Come tutte le escursioni che si rispettano bisogna trovare il momento e capire come organizzarle; conoscevo la possibilità di salire alle Palis dalla Val Silisia per il Ciùcul da lis Sterpis ma non il modo di scendere poi per il vallone delle Ruviis (un'esplorazione che avevo in programma). Poi una folgorazione! Data la mia conoscenza della Cengla dal Giracul potevo realizzare un anello con partenza ed arrivo in Forca di Caserata girando attorno a tutto il monte Dosaip: detto, fatto!

Ho passato la notte nel ricovero, davvero confortevole, poco sotto Forca di Caserata.

Così alle prime luci ero già in marcia.

Nel percorso della Cengla dal Giracul (detta della Thorla dai clautani) c'é la Claupa da la Thorla, ricovero di caccia, che ho ispezionato trovandovi un paio di vecchie scarpe che, non so perché, mi sono messo nello zaino.

Diversamente da come raccontato nella scheda dedicata alla Cengla dal Giracul, invece di uscire verso il monte Maglina, ho percorso il costone della Thorla (vedi frecce; la foto è presa dal costone che esce verso il Maglina) che sbuca in cresta presso la quota 1815 che i tramontini chiamano il Ciucul da lis Sterpis.

Il costone ha tracce di passaggio di camosci e ne ho visti a decine: certificati però solo mezzo!

Dal costone della Thorla bella visuale dell'iponente parete est del Dosaip.

Dal Tàmer da lis Sterpis verso il monte Caserine.

Sempre dal Tàmer, Lis Palis di Maglina e in fondo il monte Domanzon.

Comincio a percorrere i ripidissimi prati; la cima verde a destra delle pareti è il Tàmer da lis Sterpis.

Da sinistra: il Domanzon, il Pinzat e sotto questo la sella che sarà il mio punto d'uscita; essa è situata tra la quota 1952, ultimo risalto della cresta occidentale del Dosaip e il citato Domanzon; per maggiori informazioni vedi; poco sotto la sella e leggermente a destra si noti la macchia scura di un pino.

Eccomi già più vicino al pino.

Il mio obiettivo era uscire sulla sella tra il Domanzon e la cresta occidentale del Dosaip quindi eccomi già oltre il pino a guardare il percorso compiuto. Poco prima di uscire sulla sella ho trovato un ometto targato Norman (vedi).

La tensione per la concentrazione si stempera alla sella d'uscita da dove rivedo il Caserine. La strada di ritorno in Caserata mi è nota, mi riprendo il sacco a pelo e piano piano ritorno verso la macchina affrontando il lungo ghiaione delle Grave di Gere (sperando di incontrare qualcuno con la jeep che mi dia un passaggio). A metà ghiaione mi raggiunge un fuoristrada che scende verso Claut: fortunato; faccio l'autostop: mi prendono a bordo papà e figlio che hanno fatto un carico di legna. Mi chiedono dove sono stato e gli racconto del giro. L'uomo tira un bestemmione e mi dice che aveva fatto lo stesso percorso con il suo povero padre quando ancora si poteva cacciare (ora la zona è Parco Dolomiti Friulane); e mi chiede se avevo visto la Claupa da la Thorla perché loro bivaccavano là dentro; e se nella Claupa avessi visto un paio di scarpe che le aveva lasciate lassù suo padre vent'anni fa.

Orpo!

Dallo zaino ho tratto le scarpe e gliele ho date.

Lui ha fermato la macchina e ha rigirato tra le mani quei pezzi di cuoio rinsecchiti e poi col dorso della mano si è asciugato una lacrima, commosso.